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Ferrovia Vigezzina, tra storia e fede del Verbano e dell’Ossola

Da Domodossola a Locarno con la Ferrovia Vigezzina: scenari alpini e affascinanti luoghi di fede a due passi dal Lago Maggiore.

Linea percorsa ad agosto 2024.

Vigezzina, ferrovia delle Centovalli, Treno del Foliage… Sono solo alcuni dei soprannomi della ferrovia Domodossola – Locarno, che negli ultimi anni ha acquisito una notevole popolarità come attrazione turistica. In 52 chilometri di percorso tra Italia e Svizzera, collega la Val d’Ossola con la sponda ticinese del Lago Maggiore. Il tracciato attraversa la Val Vigezzo e le più scoscese Centovalli, dove natura e paesaggio si intrecciano con la storia civile e religiosa, e dove la ferrovia ha sempre fatto da collante per queste comunità alpine. Ed è proprio con questa chiave di lettura che noi la percorreremo oggi.

Un treno italiano a servizio della Svizzera

Di buon mattino, un giorno di agosto, ci presentiamo in stazione a Domodossola, storicamente città di mercato. Il treno della Vigezzina per Locarno parte dai binari sotterranei. Ad aspettarci troviamo, con nostra grande gioia, l’anziano elettrotreno ABe 8/8: si tratta del mezzo più antico della flotta, classe 1959, con ben 65 anni di carriera e ormai prossimo alla pensione. Puntuali alle 8.26 ci mettiamo in moto e usciamo allo scoperto, correndo spediti lungo il fondovalle ossolano.

La corsa mattutina è frequentata principalmente da svizzeri che dai cantoni francofoni e dal vicino Vallese rientrano in Ticino presso le proprie famiglie. Non deve stupire: quando la ferrovia fu inaugurata, nel 1923, l’obiettivo era proprio realizzare un corridoio più breve e diretto possibile tra il Canton Ticino e la Svizzera romanda, anche se quel “breve e diretto” significava transitare dall’Italia. A distanza di oltre un secolo, la ferrovia Vigezzina assolve ancora pienamente a questa vocazione, a cui dai primi anni Duemila se n’è aggiunta un’altra, soprattutto dal lato italiano: quella turistica!

Val Vigezzo, natura e storia

Con una brusca curva a destra prendiamo quota, aggredendo letteralmente i versanti della montagna. Con una serie di tornanti e ripide livellette superiamo velocemente il dislivello di circa 600 metri che separa Domodossola dalla Val Vigezzo. Nelle “anse” della ferrovia si estendono piccoli appezzamenti coltivati a vite, con qualche baita in pietra dal caratteristico tetto di beole. Il treno sfila ai piedi di una solitaria torre quattrocentesca: è la torre di Fra’ Dolcino, in cui l’eretico, secondo la tradizione, si sarebbe rifugiato per scampare alla persecuzione.

ferrovia vigezzina
Il treno si inerpica per i tornanti che salgono in Val Vigezzo

Terminata la salita, il trenino attraversa fitti boschi di latifoglie con qualche larice qua è là. Questa parte del percorso, nella stagione autunnale, offre il meglio di sé con il foliage rosso e arancione che si mostra in tutto il suo splendore, da cui l’appellativo di “Treno del Foliage“. Va detto che in confronto ad altre ferrovie panoramiche svizzere, come il Bernina, la Vigezzina non si può certo definire spettacolare o mozzafiato; perlomeno non in estate, quando al posto del foliage c’è del semplice fogliame. Ma sicuramente “pittoresco” e “suggestivo” sono due aggettivi che si addicono appieno agli scenari che questo viaggio offre.

ferrovia vigezzina
Vista della bassa valle

Pittoresche e suggestive sono infatti le vedute sui paesini ed i pascoli della Val Vigezzo, che il trenino attraversa serpeggiando placidamente sul fondovalle. Transitiamo da Malesco, teatro della Repubblica Partigiana dell’Ossola: un territorio liberato dai partigiani nel 1944 durante la Resistenza, ma rimasto indipendente per soli quaranta giorni prima di tornare in mano ai nazifascisti. Ma è anche il luogo in cui il sottoscritto, per alcune estati, scelse volontariamente di farsi intern… pardon, coinvolgere nel campo estivo della propria parrocchia, che appunto a Malesco aveva una sua colonia per ragazzi. Meglio dimenticare!

La ferrovia Vigezzina tocca il culmine presso la nota località di Santa Maria Maggiore, città degli spazzacamini, a quota 831 metri. Da qui scenderemo verso il Lago Maggiore, non prima di aver superato il paesino di Re con il suo santuario della Madonna del Sangue. Ora siamo solo di passaggio: ci torneremo più tardi!

ferrovia vigezzina
Il nostro antico ABe 8/8 nella curatissima stazione di Santa Maria Maggiore.

Centovalli, verso il Verbano

Superato il confine svizzero, il paesaggio si fa più aspro e roccioso: siamo nelle Centovalli, così chiamate perché ricche di vallette e insenature laterali. La ferrovia prosegue a mezzacosta lungo la gola del torrente Melezza, con alcuni tratti particolarmente esposti sull’orrido sottostante. Raggiungiamo ora il vero highlight di questo viaggio, l’ardito viadotto in ferro di Intragna: alto ben 77 metri, è senza dubbio l’opera d’arte più rappresentativa dell’intera linea, nonché il suo punto più panoramico.

ferrovia vigezzina
Scendendo verso Locarno lungo le Centovalli

La tratta svizzera è servita da molti più treni rispetto a quella italiana, ben uno ogni mezz’ora. Per i ticinesi questo trenino non è solo un’occasione per delle escursioni, ma un vero e proprio mezzo di trasporto pubblico a servizio di tutti, studenti e pendolari in primis! Avremmo molto da imparare dai nostri vicini di casa, anche perché sul versante italiano questa ferrovia è considerata (e pubblicizzata) quasi esclusivamente come un viaggio-esperienza: chi sale in Val Vigezzo per villeggiatura ci va infatti rigorosamente… in auto!

Ci avviciniamo a Locarno, termine corsa di oggi. Il viaggio è durato un paio d’ore, alla velocità media di soli 25 chilometri orari!

Locarno e il suo Sacro Monte

Ma noi non ci fermiamo in centro città: ci rechiamo invece alla funicolare per salire al Santuario della Madonna del Sasso di Orselina, fondato nel 1487 dal frate Bartolomeo Piatti d’Ivrea in seguito ad un’apparizione della Madonna. Nel corso del ‘700 venne ricostruito assumendo le forme attuali; la familiarità con i vicini Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia è molto forte. Ma il punto forte è il paesaggio: da qui si apre una splendida vista sul ramo terminale del Lago Maggiore, sulle montagne del Luinese e sulla piana di Bellinzona. Il clima mite favorisce la crescita anche di alcune palme, motivo per cui i turisti svizzero-tedeschi attribuiscono al Ticino un certo fascino “mediterraneo”…

Il Sacro Monte di Locarno

Scendiamo in paese a piedi, percorrendo a ritroso la Via Crucis che termina direttamente nel centro storico. La nostra scampagnata però non è ancora conclusa: dopo un panino e due passi sul lungolago, torniamo in stazione per riprendere la ferrovia Vigezzina in direzione di Re. Dedicheremo il giusto tempo alla visita di un altro santuario, legato a un leggendario e prodigioso avvenimento…

Il Santuario di Re, storia di un miracolo

Il treno che ci porta a Re è un più moderno (e asettico) convoglio Centovalli Express, convoglio che usualmente è riservato alle corse internazionali, ovvero quelle che attraversano la linea per intero. Per risalire le Centovalli e tornare in Italia ci vuole un’ora. Il paesello di Re, contornato da prati verdissimi, è dominato dalla cupola dell’imponente Santuario della Madonna del Sangue: una basilica neogotica completata solo nel 1958, costruita in sostituzione della ormai troppo piccola chiesina secentesca di San Maurizio sulla quale si innesta proprio trasversalmente.

La basilica della Madonna del Sangue di Re

Il culto mariano a Re è legato alla leggenda secondo cui, una notte nel 1494, sarebbe avvenuto un miracolo: un uomo, adirato per debiti di gioco, avrebbe colpito con una pietra un affresco della Vergine che allatta il Bambino, posto all’esterno della chiesa, e dalla “ferita” sulla fronte della Madonna sarebbe sgorgato vero sangue. Da allora la devozione di ossolani e pellegrini non è mai venuta meno, come testimoniano i numerosi ex-voto appesi alle pareti della basilica. E nemmeno la devozione dei compaesani di chi scrive, al punto da rendere la gita a Re un appuntamento fisso (sic!) di ogni edizione del citato campo estivo parrocchiale.

Nella quiete quasi surreale del paesino, scendiamo verso la stazione per rientrare a Domodossola. Decidiamo di provare una delle poche corse locali sul tratto italiano. Il motivo è molto semplice: il treno vintage è assicurato! Ribecchiamo il nostro anziano ABe 8/8 che al mattino ci ha portato a Locarno, un’altra occasione per godere della valle dai finestrini rigorosamente aperti!

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Informazioni Utili

Ferrovia Vigezzina, o delle Centovalli

Tratta: Domodossola – Locarno (Piemonte, Canton Ticino).

Durata del viaggio: 2h in ciascuna direzione, escluse eventuali soste.

Periodo di servizio: tutto l’anno.

Vettore e tipo di treno: treno ordinario oppure treno panoramico della SSIF/FART

Tariffe:

  • Treno ordinario: € 20.00 sola andata, € 30.00 andata/ritorno. Attenzione: nel periodo autunnale “Treno del Foliage” si applicano tariffe maggiorate.
  • Treno panoramico: supplemento di € 1.50 a persona/tratta
  • Prenotazione: facoltativa, con supplemento di € 4.00 a persona/tratta. E’ obbligatoria in alcuni periodi dell’anno (Mercatini di Natale, Festival degli Spazzacamini, Treno del Foliage). Sui treni panoramici non è consentito viaggiare in piedi, perciò l’accesso senza prenotazione è subordinato alla disponibilità dei posti.
  • E’ valida la Carta Giornaliera Risparmio delle FFS

Info e biglietti: Ferrovia Vigezzina – Centovalli, vigezzinacentovalli.com

Trasporto biciclette: consentito, con supplemento e restrizioni. Consultare questa pagina per maggiori informazioni

Accessibilità PRM: i treni sono accessibili a PRM con condizioni diverse tra Italia e Svizzera. Consultare le FAQ per maggiori informazioni.

Cosa vedere: Santa Maria Maggiore, Santuario di Re, Santuario di Locarno.

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